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copywriter SEO e chatGPT

Cosa fa il copywriter SEO con l’IA alle porte?

D’accordo, per chi lavora nel web marketing l’unica costanza è il cambiamento. Ma negli ultimi mesi, con la pubblicazione di ChatGPT, la community di aziende e professionisti del settore ha raggiunto livelli inediti di delirio e paranoia.

Lungi da me voler cercare di “fare chiarezza” sull’argomento. Ci sono certamente voci più autorevoli di me e SEO copywriter più esperti che lo stanno già facendo egregiamente.

Mi limiterò quindi a condividere alcune riflessioni derivanti dalla mia esperienza diretta, sperando siano utili – o quantomeno non noiose.

Cosa fa un copywriter SEO

Cosa faceva il copywriter SEO prima – senza la “minaccia” dell’intelligenza artificiale?

Le solite cose: scrive rispettando le regole del web, in modo da favorire il posizionamento dei siti web in un momento storico in cui l’esperienza degli utenti è al centro di tutto (per maggiori informazioni rimando a questa pagina).

E dato che le regole del web cambiano costantemente, scrivere per il web significa quindi adattarsi, stare al passo. Forse è addirittura sbagliato parlare di “web writer esperto”, perchè quello che sappiamo oggi cambierà tra 6 mesi. Forse è meglio parlare di “web writer aggiornato”, in grado di creare contenuti che generano valore per i propri clienti.

Senonché, a novembre scorso un’organizzazione no profit fondata da Elon Musk, OpenAI, ha pubblicato ChatGPT.

E i nostri feed LinkedIn non sono più stati gli stessi…

 

SEO copywriter Vs ChatGPT

In due parole: ChatGPT è un sistema di intelligenza artificiale che sfrutta machine learning non supervisionato. A prima vista si presenta come una semplice chat, con un’interfaccia che permette di “colloquiare” direttamente con l’IA.

Ad oggi, ChatGPT viene sbandierata come la più avanzata intelligenza artificiale aperta al pubblico: anche in questo caso, sorvoliamo sugli aspetti tecnici di questa affermazione e sulle connotazioni etiche della scelta di OpenAI (per approfondire, consiglio questo video).

Una delle funzioni più immediate della piattaforma è la capacità di scrivere testi con diverse caratteristiche e con diverse funzioni a partire da poche semplici indicazioni, i cosiddetti prompt.

Di conseguenza, qualche giorno dopo la pubblicazione non si parlava d’altro, con contenuti più o meno sensati che spaziavano da “Arriva ChatGPT: servono ancora i copywriter?” a “L’IA rivoluziona il lavoro del content editor”, oppure l’immancabile “Perchè non puoi fare a meno di ChatGPT nella tua strategia SEO”.

Dopo un po’, ho ceduto alla curiosità e ho provato a sporcarmi le mani anch’io…

 

La mia esperienza di SEO copywriting nel post-IA

Lavoro nel SEO copywriting da qualche anno, proprio per questo so di non possedere verità assolute. Quella che riporto di seguito è quindi la mia esperienza personale.

Ho cominciato a sperimentare con ChatGPT con alcuni progetti personali, testando alcune tecniche e alcuni prompt che ho visto usare da altri.

Fin da subito, ho avuto l’impressione di uno strumento grezzo. Non solo per la difficoltà di accedere al servizio – causata dalla marea di richieste che hanno subissato i server – ma anche in termini di risultati prodotti: i testi realizzati erano formalmente corretti ma di difficile lettura, pieni di ripetizioni, ridondanze e vasti giri di parole. Sicuramente non dei contenuti che contribuiscono a migliorare l’esperienza dell’utente, e di certo non dei contenuti che mi sarei arrischiato a proporre ai miei clienti!

Non ho però voluto demordere, nella convinzione che, come tutti gli strumenti, si tratta di trovare il giusto contesto di utilizzo.

Similmente a quanto fatto da alcuni colleghi, ho effettivamente integrato ChatGPT nell’attività regolare di SEO copywriter, ma con delle “clausole” ben precise:

  • uso ChatGPT per le attività a basso valore, come la ricerca di informazioni preliminari o di nuovi spunti per argomenti già trattati;
  • revisiono – e spesso riscrivo – tutti i testi prodotti da IA, soprattutto i testi SEO;
  • non uso mai ChatGPT per i contenuti legati al brand o alle caratteristiche distintive dell’azienda.

 Per quanto mi riguarda ChatGPT ha un’utilità che si limita, nella media, alla stesura di uno o due paragrafi in un testo più strutturato, sempre i paragrafi più “noiosi”.

Non abbastanza da farmi gridare “rivoluzione”, o da giustificare l’hype, ma sicuramente abbastanza da farmi tenere gli occhi per i futuri sviluppi.

 

Come potrebbe cambiare il lavoro del SEO copywriter

A partire da queste considerazioni personali, provo a formulare delle ipotesi sul futuro della professione del copywriter SEO. Nessuna pretesa di preveggenza, solo qualche spunto di riflessione.

Da quando “content is king”, i professionisti che lavorano nella redazione di testi per il web si sono divisi in due macro-categorie: quelli che si impegnano a produrre contenuti di valore – e a farseli pagare come tali, cosa mai scontata – e quelli che producono contenuti “un tanto al chilo”.

Nel brevissimo termine, i secondi hanno avuto maggiore facilità di trovare clienti e collaborazioni, ma nel tempo hanno dovuto fare i conti con una spietata verità: c’è sempre qualcuno che fa un prezzo più basso. Ecco perché, per restare concorrenziali, questi professionisti hanno dovuto quindi abbassare progressivamente la qualità dei testi prodotti.

I professionisti che hanno puntato sulla qualità possono invece proporre qualcosa che non sia unicamente un prezzo basso, ma un ritorno di investimento concreto per il cliente.

Dato che “content is sempre di più king”, il divario tra i primi e i secondi è destinato ad aumentare. E per i secondi ChatGPT sarà un problema.